Sedi legali e sedi legali abusive
Venerdì 19 Novembre, nel complesso M9 di Mestre, la collega Erika Visconi, affiliata ad Ufficiarredati.it con il Centro Uffici COS di Genova, è stata relatrice per conto di Unimpresa Federazione Spazi Lavoro Flessibili, di una ricerca curata dai colleghi Simone Valer di Aries Trento e Davide Basso di Centro Uffici Brescia, completamente dedicata alle sedi legali abusive.
Ma cosa sono le sedi legali abusive e perché rappresentano un problema per i business center?
La sede legale è uno dei servizi che possono essere sottoscritti in un centro uffici, si usufruisce dell’indirizzo fisico, lo si inserisce nell’atto costitutivo della società. Si riceve posta, atti giudiziari, raccomandate. La gestione, il ritiro, la notifica al cliente e l’archiviazione è curata dalla segreteria.
Il cliente fruisce di un servizio professionale, in edifici di pregio ad un certo costo, correlato al luogo e alla durata del contratto.
Quando un servizio di sede legale però diventa abusivo?
Le circostanze che lo determinano, sono due:
– il cliente alla scadenza del periodo contrattualizzato si rende irreperibile. Non trasferisce la sede legale della società, non risponde ai solleciti del centro uffici, non salda la fattura per il servizio;
– il legale rappresentante della società comunica l’indirizzo del business centeral notaio o al commercialista al momento della costituzione della società, o al momento del cambio della sede, ma lo fa senza essere autorizzato, senza un contratto, senza avere pagato il relativo corrispettivo.
In entrambe le circostanze però, richiedendo una visura camerale dell’azienda domiciliata, si evince che la sede legale corrisponde alla sede del centro uffici. A questo indirizzo quindi clienti, fornitori, creditori, Agenzia delle Entrate, possono rivolgere la proprio attenzione, e questo accade spesso.
L’indirizzo fisico del business center associato alla sede legale abusiva compare nella visura camerale, in banche dati, molti volte nel sito web, nei documenti amministrativi commerciali dell’azienda.
La segreteria del business center si trova sistematicamente a respingere ogni tipo di documento destinato al cliente irregolare o abusivo. Qualora però l’Agenzia delle Entrate, l’Ispettorato del Lavoro, le Forze dell’Ordine si rechino presso il business center, il direttore del centro deve produrre i documenti che attestino la assoluta estraneità di rapporti con il cliente o la preesistenza di un rapporto poi revocato unilateralmente. Queste situazioni si rinnovano da anni in ogni azienda di servizi che offre le sedi legali ed il fenomeno si è accresciuto nel tempo senza alcun strumento di tutela per il business center. Nulla può un rigido contratto, nulla può il registro delle imprese al fine di tutelare il business center.
Da qui è partita l’esigenza di comprendere meglio il fenomeno per poter trovare una soluzione.
Alcuni dei numeri presentati da Erika Visconi
La collega Erika Visconi, nella sua relazione ha evidenziato, partendo dalle 180 risposte ai questionari inviati on line, che l’88% del campione è a conoscenza di avere al proprio civico delle sedi legali abusive.
Il 38% del totale complessivo del campione dichiara di avere subito danni da queste aziende abusive.
I danni sono per il 16% rappresentati da impatti minimi e con dispendio di poco tempo. Ma il 22% dichiara di aver perso molto tempo.
Fino ad oggi, in mancanza di una reale tutela, i gestori dei centri ufficio tentano maggiormente la via della risoluzione bonaria con l’invio di PEC al cliente abusivo e anche al Registro delle Imprese per segnalare l’irregolarità. Altri gestori ne danno comunicazione alla Guardia di Finanza, altri tentano la strada della tutela attraverso un legale, ma con poco successo.
A questo punto cosa può essere fatto per evitare, ridurre il fenomeno o addirittura annullarlo?
Unimpresa Federazione Spazi Lavoro Flessibili, cui un gran numero dei business center affiliati ad Ufficiarredati aderisce, venerdì 3 dicembre consegnerà i dati derivanti dalla ricerca a Roma al Direttivo Nazionale di Unimpresa. Sarà l’avvio di un percorso complesso, ma che potrà cambiare un servizio tutelando chi eroga il servizio e non furbetti e delinquenti.
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